Strumento 4 — Coordinamento e complementarità tra i fondi UE per promuovere l’equilibrio tra vita professionale e vita privata

Questo strumento consente agli Stati membri di valutare in che modo diversi fondi possano essere utilizzati in modo complementare per promuovere l’equilibrio tra vita professionale e vita privata. Esso mira a promuovere misure a favore dell’equilibrio tra attività professionale e vita familiare nell’ambito del Fondo sociale europeo Plus (FSE+) e del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR)/Fondo di coesione (sotto forma di iniziative a finanziamenti multipli che combinano le potenzialità di entrambi i fondi). La promozione di misure a favore dell’equilibrio tra attività professionale e vita privata nell’ambito di questi due fondi va di pari passo con la nuova direttiva sull’argomento[1] e la comunicazione della Commissione «un’iniziativa per sostenere l’equilibrio tra  attività  professionale e vita familiare di genitori e prestatori di assistenza che lavorano»[2], nella quale la Commissione incoraggia esplicitamente i finanziamenti dei fondi europei e del Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS) per promuovere l’equilibrio tra l’attività professionale e la vita familiare[3].

Lo strumento può essere utilizzato al livello degli Stati membri, dalle autorità di gestione nazionali e regionali coinvolte nella programmazione e negli investimenti dei fondi UE. È pertinente soprattutto in sede di elaborazione degli accordi di partenariato e dei programmi operativi, definendo l’uso combinato dei fondi a livello di accordo di partenariato e specificando tale combinazione a livello di programma operativo.

Lo strumento si basa sull’articolo 8, lettera b), punto ii), del regolamento recante disposizioni comuni, sul «coordinamento, delimitazione e complementarità tra i fondi», al fine di combinare l’utilizzo del FESR (e del Fondo di coesione) con quello del FSE+. L’articolo 20 di detto regolamento sottolinea che questi tre fondi possono «fornire sostegno congiuntamente ai programmi dell’obiettivo «Investimenti a favore dell’occupazione e della crescita»». Un altro elemento su cui si basa lo strumento è il considerando 5 del regolamento sulle disposizioni comuni, il quale stabilisce che «Gli Stati membri e la Commissione dovrebbero mirare a eliminare le ineguaglianze e a promuovere la parità di genere e a integrare la prospettiva di genere» nei fondi UE. 

Il patto per la parità di genere 2011- 2020 descrive il modo in cui le disuguaglianze di genere possono essere affrontate dai fondi UE, anche promuovendo un migliore equilibrio tra vita professionale e vita privata per donne e uomini. L’utilizzo dei fondi UE per rafforzare la parità di genere è caldeggiato dal Parlamento europeo, dal pilastro europeo dei diritti sociali, dalla risoluzione del Parlamento europeo sulla strategia​ dell’UE per la parità tra donne e uomini dopo il 2015 e dal quadro per l’impegno strategico a favore della parità di genere 2016-2019. In questi ultimi due si invita specificamente la Commissione europea a sostenere l’uso dei fondi UE da parte degli Stati membri per investimenti sensibili alle questioni di genere.

Lo strumento si concentra inoltre sulla nuova direttiva relativa all’equilibrio tra attività professionale e vita familiare e sulla comunicazione della Commissione «un’iniziativa per sostenere l’equilibrio tra attività professionale e vita familiare di genitori e prestatori di assistenza che lavorano», con la sua richiesta di misure legislative e non legislative per affrontare la sottorappresentanza delle donne sul mercato del lavoro e la loro sovrarappresentanza nel lavoro assistenziale non retribuito. 

A tal fine, la Commissione garantirà, «in collaborazione con gli Stati membri, che il Fondo sociale europeo e altri fondi di investimento e strutturali sostengano adeguatamente misure per l’equilibrio tra attività professionale e vita familiare» [4].